Figlio di Andrea II, nacque il 29 novembre del 1206 e si spense a Buda il 3 maggio del 1270 dopo aver tenuto il Regno per trentacinque degli anni fra i più cupi e duri della storia ungherese, ovvero quelli dell’invasione mongola del 1241.
Tuttavia, in opposizione alla politica paterna, non smise di perseguire l’obiettivo di consolidare la posizione politica della dinastia, riguadagnandole i beni perduti ed attirandosi risentimento ed ostilità dell’Aristocrazia che lo isolò.
Egli sottese a ripristinare il sistema economico che aveva connotato il Regno nel XII secolo, recuperando le prerogative della Corona e sollevando il rancore di Quanti, sotto il governo precedente, avevano ottenuto feudi e benefici.
Il 5 luglio del 1236 scrisse al Papa assumendo di avere appreso che la ribellione dei Lombardi aveva indotto la Chiesa ad opporsi al tentativo di Federico II di rinnovare l'Impero e che tale azione di contrasto era stata pretestuosamente dettata dalla esigenza di un intervento in Terrasanta.
Béla sollecitò il Primate a non cedere alle lusinghe dei Ribelli poiché ne sarebbe scaturita la rottura con l’Imperatore ed aggiunse che una sua tale interferenza nei diritti dei Principi laici sarebbe stata interpretata dalle Monarchie europee come un negativo avvertimento.
In seguito, Federico II gli indirizzò una lettera per rappresentargli il proprio programma nei confronti della sedizione lombarda, sostenendo che se il braccio imperiale fosse stato rinforzato dalla potenza dei Re sarebbe venuto meno nei Popoli ogni coraggio di rivolta e sarebbe cessata ogni reazione dei Sudditi.
Il Sovrano ungherese nel 1238 inviò con il Re di Castiglia un reparto armato in Italia ed in virtù di tale disponibilità nel 1241, minacciato dalla imminente invasione mongola, poté chiedere aiuto all’ Imperatore offrendogli in feudo il proprio Regno.
Nel 1241, dunque, alla animosità della Nobiltà espropriata dei possedimenti si aggiunse la pesante invasione delle orde di Batu Khane.
Per quanta strenua opposizione conducesse, l’11 aprile nella battaglia di Muhi l’esercito di Béla fu annientato; l’Ungheria fu sottoposta al ferro e fuoco ed intere aree furono spopolate.
Il Sovrano riparò nella fortezza dalmata di Traù e tornò in patria trovandola nella più disperante rovina quando gli Invasori se ne allontanarono per la morte del Khane Ögödei: Batu era il principale Pretendente al titolo di Gran Khane e aveva interesse a partecipare al Kuriltai indetto a Karakorum per la successione al Gran Khanato.
La lunga querelle ereditaria si risolse, fra durissime tensioni, solo nel 1246 con l’elezione di Güyük Khane.
Nel frattempo, fu la Chiesa a consentire a Béla di recuperare il Regno che egli riorganizzò rinunciando alla politica di accentramento territoriale; facendo costruire una rete di fortificazioni castellari; cedendo terre in cambio di prestazioni militari.
Il Re, in definitiva, rifondò il Paese; ne difese l'integrità territoriale; ridette vita ed impulso a villaggi e città; ne favorì il ripopolamento con Coloni cèchi e tedeschi; reistituì l’esercito; riuscì a promuovere e poi ad alimentare un acceso orgoglio nazionale; fece erigere mura e piazzeforti che rassicurassero i Sudditi dal rischio di un ritorno dei temibili e temuti Mongoli; si consegnò alla Storia come secondo Fondatore della Nazione.
Nel 1243 dovette cedere Zara ai Veneziani, ma nel 1255 assunse la tiara della Bulgaria che tutelò da una serie di attacchi stranieri.
Nel 1268 restaurò anche il dominio ungherese in Serbia.
Dal 1254 al 1260, morto in battaglia Federico d’Austria, tenne il Ducato di Stiria e per un breve periodo la Galizia consolidando queste conquiste con alleanze matrimoniali e con una politica di deferente rispetto alla Chiesa.
Gli ultimi anni di governo, tuttavia, furono agitati dalle frequenti ribellioni del figlio Stefano V che lo costrinse a soluzioni di compromesso con i Grandi Feudatari per garantirsene l’appoggio.
A costoro, poi, nel 1267, dovette concedere nuovi benefici e immunità rispetto a quelli già accordati con la Bolla d'oro del 1222.
Béla tentò invano di imporre all’erede le nozze con una nipote di Innocenzo IV.
Quando nel 1270 si spense lasciandogli la corona, dopo averlo visto sposo di una Principessa cumana nell’intento di favorire la coesistenza etnica, l’Ungheria era uno Stato rinnovato e vitale.
Una delle sue figlie: Kinga, diventò Regina di Polonia; fu elevata agli onori degli altari e fu indicata Patrona anche della Lituania.
Béla è ancora considerato un eroe nazionale e la sua statua campeggia nel colonnato della Piazza degli Eroi di Budapest.
Bibliografia
N. Asztalos/ A. Pethö: Storia dell'Ungheria