Discendente dei Conti di Riccio di San Paolo e Solbrito, Davide Rizzio o Riccio nacque a Pancalieri verso il 1533 e fu assassinato ad Edimburgo il marzo del 1566.
Cortigiano, Compositore e Liutista fu Segretario personale della Regina di Scozia Mary Stuart ed Autore probabile della melodia di Auld Lang Syne nota come il Valzer delle candele.
Era figlio di un Maestro ed aveva esibito il proprio talento prima alla Corte del Duca di Savoia e poi a Nizza, finché aveva deciso di andare in Scozia con l’Ambasciatore Carlo Ubertino Solaro di Moretta, inviato di Emanuele Filiberto: vi aveva fatto amicizia con dei Musici francesi.
Fu in quella occasione Sir James Melville a proporgli …Sua Maestà ha tre cantori e necessita di un basso per completare il quartetto vocale…
Davide accettò allora l’assunzione come Valletto, con uno stipendio di settantacinque lion annui e per la sua eccellente voce da basso fu scelto per completare il quartetto francese di palazzo, malgrado le censure espresse dai Detrattori della Stuart capeggiati dal Teologo calvinista John Knox.
Era brutto e sgraziato; basso e forse anche deforme e di carnagione olivastra, ma era un Uomo di classe: brillante, carismatico, colto e fluente nella lingua francese.
Intorno alla fine del 1564 la Sovrana lo promosse suo Segretario per i rapporti con la Francia.
Cattolico ambizioso ed influente, egli fu presto sospettato di essere l’Amante di Mary sollevando invidie ed ostilità della Corte.
Seigneur Davie, come era chiamato, Rizzio divenne presto Confidente e fidato Consigliere personale della Regina; Custode del sigillo del Regno e dei segreti di Stato; non più Dipendente ma Amico personale della Stuart nelle cui camere, dopo aver condiviso la tavola, si tratteneva fino a notte alta alimentando l’astio dei Lord.
Probabilmente prese a darsi delle arie: non solo invitò suo fratello in Scozia per sistemarlo a Corte ma entrò in tale confidenza con Mary che, nella fase della scelta di un suo nuovo marito quando divenne vedova, appoggiò la scelta dell’aristocratico Henry Darnley, imparentato con la corona inglese.
Al tempo del corteggiamento, Costui alludeva al Rizzio come al bosom friend sollevando illazioni sulla presunta omosessualità ma, quando sposò la Regina e ne pretese l’allontanamento, le tensioni coniugali furono pressoché immediate e il sostegno di Rizzio alle proteste di lei accese il rancore del Coniuge espulso anche dalle stanze private.
Ovviamente a fronte della diffusione della notizia della gravidanza della Stuart, la maldicenza la fece da padrona e il malcontento dei Nobili scozzesi aumentò: Rizzio era un ingombrante ed imbarazzante Arrivista di cui sbarazzarsi.
Si decise di eliminarlo.
Accecato dall’invidia e certo che Davide fosse l’Amante della moglie, Darnley si fece manipolare dai Lord e si pose alla testa del complotto teso, in realtà, non a colpire l’Italiano ma la Regina e la sua sovranità.
Prima del crimine i Congiurati avevano redatto due contratti: una volta defraudata Mary della corona come conseguenza dello scandalo ed assunto il potere, Darnley si impegnava a lasciare comunque impuniti i Cospiratori; a difenderli personalmente; a richiamare in patria tutti i Lord banditi e a difendere la chiesa protestante. I Lord, per contro, gli avrebbero concesso la matrimonial crown e in caso di morte precoce della Regina, anche il diritto alla successione.
Non si trattava dunque della reazione incontrollata alla gelosia, ma d’una aspirazione al trono.
Del piano segreto Elisabetta d’Inghilterra era ben informata da settimane; Moray era già pronto al confine e John Knox aveva già preparato il sermone di elogio per l’assassinio dello stesso Rizzio, peraltro anonimamente avvertito.
La sera del 9 marzo del 1566 egli stava cenando con la Regina e con la Contessa di Argyll ed altri tre Ospiti quando alcuni Aristocratici protestanti capeggiati da Patrick Ruthven con la complicità dell’ impassibile Darnley irruppero nella sala dell’Holyrood Palace da un passaggio segreto.
Atterrito, il Musicista si precipitò verso la Stuart implorandola di salvarlo.
Ella, incinta di sei mesi di Giacomo VI, resistette all’aggressione e, pur tentando di salvargli la vita, lo vide cadere sotto cinquantasette implacabili coltellate mentre nella drammatica concitazione i Presenti si davano alla fuga.
Quando fu ormai troppo tardi, i Consiglieri della Regina Bothwell ed Huntly si precipitano sul luogo del delitto attirati dalle urla e dal rumore: Holyrood era circondata da Armati assoldati dai Congiurati mentre Darnley minimizzava gli eventi sostenendo che era stata solo eliminata una spia all’interno del palazzo.
Da quel momento in Mary prevalse solo il desiderio di vendetta.
All'esterno intanto varie centinaia di Popolani si armarono in suo aiuto: ella li congedò e rassicurò dalla finestra.
Assassinato, gettato dalle scale, spogliato dei gioielli e degli abiti, Rizzio concluse la sua esistenza scozzese mentre Patrick Bellenden puntava la pistola all’addome della Stuart e Andrew Kerr di Faldonsyd minacciava di pugnalarla.
Il funerale di Rizzio fu sontuoso.
Fu sepolto nel cimitero di Holyrood, ma per disposizione della Stuart fu poi tumulato nel sepolcro dei Re di Scozia: tale iniziativa avallò il sospetto che fossero Amanti.
Allo stato si ignora se egli sia alloggiato nella chiesa di Canongate Kirkyard a Edimburgo o in una tomba anonima in un cimitero vicino ad Holyrood Abbey.
E’ certo che il giorno successivo a quella notte di sangue, col favore delle Guardie la Regina riuscì a scappare cavalcando dietro ad Arthur Erskine fino a Seton Palace e poi fino al castello Dunbar per progettare la vendetta.
L’inchiesta aperta a carico di Darnley si concluse il 21 di marzo con un verdetto di non colpevolezza.
Giuseppe Rizzio, fratello della Vittima, giunse in Scozia con Michel de Castelnau e fu assunto a sua volta come Segretario di Corte il 25 aprile del 1566.
L’omicidio di Davide Rizzio fu, in definitiva, uno degli eventi promossi dalla Nobiltà di Scozia con la complicità di Elisabetta I d’Inghilterra per delegittimare la Stuart, le cui idee liberali e religiose minacciavano la stabilità della Monarchia inglese.
Per contro, alcuni Storici ritengono che la Vittima fosse un infiltrato incaricato dal Papa per contrastare la riforma anglicana.
Bibliografia
Eric Frattini, Le spie del papa. Dal Cinquecento a oggi, venti vite di assassini e sicofanti al servizio di Dio