Giugno 21, 2023

Anne Josèphe Théroigne De Méricourt

Politica, Rivoluzionaria e Femminista, fu figlia di Pierre Terwagne di Xhoris e di Élisabeth Lahaye e nacque a Marcourt, nel Principato di Liège, il 13 agosto del 1762 spegnendosi a Parigi il 23 giugno del 1817 nell’ospedale de la Salpêtrière.

Detta Lambertine ed orfana della madre a cinque anni, crebbe in un convento e solo a dodici anni tornò presso il padre che, nel frattempo, si era risposato.

L’anno successivo, per i pessimi rapporti con la matrigna, scappò di casa rifugiandosi a Sougné- Remouchamps, in casa di una famiglia di Terrieri ove svolse le mansioni di Serva fino a quattordici anni quando, preceduta da una pessima reputazione, si trasferì a Parigi.

Visse tre anni in maniera travagliata, adattandosi ad ogni circostanza utile alla sopravvivenza e, a diciassette anni, fu notata da una Signora di origine inglese: Madame Colbert, che la assunse come Dama di compagnia.

A Londra tentò la carriera di Chanteuse ma, dopo essere stata sedotta e abbandonata da un Ufficiale inglese, si dette a numerose avventure fra cui quella turbolenta con il Marchese Doublet de Persan che si rovinò per lei.

Si spostò, allora, a Napoli in compagnia di un Eunuco italiano e vi apprese che Luigi XVI aveva convocato gli Stati Generali; che la Monarchia vacillava e che la Francia era sull’orlo della guerra civile.

L’11 maggio del 1789 vi rientrò e partecipò alla Presa della Bastiglia cominciando a battersi per i diritti delle Donne.

Il 5 ottobre successivo, armata di sciabola e pistola, capeggiò il corteo di protesta contro l’aumento dei prezzi e la scarsità di pane.

Si trattò di uno dei primi e più significativi eventi della Rivoluzione.

La contestazione si saldò alle attività dei Francesi esigenti riforme liberali e l’instaurazione di una Monarchia costituzionale ed ella prese parte al saccheggio dell’Armeria, marciando sul Palazzo reale di Versailles.

In quella concitazione riuscì, a margine di uno scontro drammatico e violento, a sottoporre le proprie richieste all’attenzione di Luigi XVI obbligandolo, con la famiglia e con l’Assemblea Nazionale Costituente, a tornare a Parigi.

Nell’occasione Anne, Modella di Eugène Delacroix per il quadro La libertà che guida il Popolo, presentò le rivendicazioni popolari alla Regina Maria Antonietta trattandola con profondo disprezzo.

Era già diventata celebre per la coraggiosa irriducibilità del carattere e per lo spirito combattivo di lotta sociale; vestita da Cavallerizza e nota in tutto i territorio nazionale col soprannome di Furia della Gironda, in Rue du Boulay aprì un salotto e vi accolse Desmoulins, Pétion, Brissot e vari Ammiratori, sedotti dalla sua dirompente attività politica.

Tentò di dar vita ad una Associazione che esprimesse i diritti femminili ed entrò nel Club dei Cordiglieri con i quali condivise i furiosi assalti alle Tuileries.

Saldata la propria sofferenza personale alla condizione umiliante delle Donne e considerata stravagante ma lucida, manifestò l’intenzione di formare un Corpo militare femminile guadagnandosi l’appellativo di Amazzone della libertà.

… E’ tempo che le donne contrastino la vergognosa incompetenza in cui l'ignoranza, l'orgoglio e l'ingiustizia maschili le ha per così lungo tempo tenute prigioniere

Al pari di Olympe de Gouges, fu contigua ai Girondini riscuotendo l’ostilità di Marat e dei suoi Sodali.

Alla fine del 1790, fu accusata di aver preso parte agli eccessi del 5 e 6 ottobre a Versailles e, ridicolizzata dalla Stampa e dalla Pubblica Opinione, tornò al suo paese di origine: vi fu arrestata nella notte fra il 15 e 16 febbraio del 1791 da Funzionari del Governo austriaco.

Deportata nella fortezza tirolese di Kufstein col falso nome di Lady Theobald, fu sottoposta per settimane a duri interrogatori dalla Polizia del Cancelliere Kaunitz per sospetto complotto contro i Paesi Bassi e fu rilasciata solo dopo nove pesanti mesi di maltrattamenti e sprezzo.

La detenzione la rese ancor più popolare a Parigi, ove tornò nel dicembre del 1791.

Il 26 gennaio successivo fece un solenne ingresso nella sede giacobina, per poi schierarsi con Brissot e posizionarsi sia contro la Monarchia che contro la Borghesia accusandola di tenere le donne segregate ed emarginate dalla vita pubblica, sociale e culturale.

Tali affermazioni comunque ispirate alla moderazione ed espresse a margine della vittoria dei Montagnardi sui Girondini, la resero invisa ai Seguaci di Marat e sgradita all’intero fronte rivoluzionario, che non ne apprezzò l’iniziativa della primavera del 1792 quando tentò di istituire una Falange di Amazzoni.

Il 10 agosto di quello stesso anno, Anne partecipò attivamente all’invasione delle Tuileries ma il 13 maggio del 1793, la sua vita pubblica cessò drammaticamente: aggredita da un gruppo di Giacobine, fu denudata e frustata proprio in quei giardini, finché l’intervento dello stesso Marat non la sottrasse all’umiliazione e, probabilmente al linciaggio.

Il degradante birching; la certezza del fallimento della Rivoluzione e il timore di essere ghigliottinata le sconvolsero la mente, al punto da dover trascorrere un lungo periodo in un manicomio.

Suo fratello la fece poi internare definitivamente nel 1797 ed Anne restò rinchiusa per ben ventitré anni subendo le cure dell’Alienista Philippe Pinel.

La sua vicenda ispirò Charles Baudelaire ne I Fiori del Male, Philippe Séguy nel romanzo Et embrasser la liberté sur la bouche e il Compositore fiammingo Auguste de Boeck nell’opera Théroigne de Méricourt

Bibliografia

P. Hervieu: Théroigne de Méricourt

G. A. Henri de Reiset: La Vraie Théroigne de Méricourt

E. Roudinesco: Théroigne de Méricourt: Une femme mélancolique sous la Révolution

C. Marciano-Jacob: Théroigne de Méricourt ou la femme écrasée

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