Novembre 18, 2023

Alani

Riuscirono a disporre di una estensione territoriale dalla Cina al Portogallo; a conseguire un ruolo egemone durante le invasioni unne e a tramandare la loro leggendaria Storia attraverso la fondazione dell’Ossezia.

Erano gli Alani.

Bellicosi Pastori nomadi di etnia iranica compresa nel gruppo sarmatico.

Furono citati per la prima volta dagli Storici greco-romani e cinesi nel I secolo a. C.: attingendo a fonti persiane, Strabone riferì di Aorsi collegati ai Siraces ed affermò che il Re dei Primi Spadines era in grado di schierare duecentomila Arcieri a cavallo e di dominare la regione caspica.

Infatti avevano il controllo della maggior parte del territorio: regnavano su quasi tutta la costa dei Caspi, e quindi potevano trasportare su cammelli le merci dell'India e della Babilonia, che ricevevano dagli Armeni e dai Medi. Per la loro ricchezza portavano ornamenti d'oro. Gli Aorsoi abitano lungo il Tanais, mentre i Sirakes lungo l'Achardeos, che scorre dal Caucaso….

Nel periodo della tarda dinastia, la cronaca cinese Hou Han Shu sostenne che la terra delle steppe di Yen-ts'ai aveva preso il nome di Alan-liao e che la sua capitale era Di: … Si dice che circa 2000 li a nord ovest di K'ang-chü c'è lo stato di Yen-ts’ai; che il numero degli Arcieri che addestrano è 100.000. Hanno lo stesso stile di vita di K'ang-chü. Sono situati presso la Grande Palude, al di là della quale non esistono altre coste

La evocata Grande Palude potrebbe essere quella del delta del Danubio che ostacolava il transito verso occidente.

Ad inizio del I secolo, gli Alani avevano occupato il territorio a nord est del mar d’Azov, lungo il Don e, per la supremazia esercitata sulle tribù contigue, avevano istituito una formidabile confederazione.

Le loro aggressive incursioni nelle zone circostanti fra il II e III secolo furono un problema anche per l'Impero romano.

Erodoto li descrisse alti e biondi e con i capelli corti.

Ammiano Marcellino li considerò come antichi Massageti: …iuxtaque Massagetae Halani et Sargetae… per Albanos et Massagetas, quos Alanos nunc appellamus… Halanos pervenit, veteres Massagetas….

Sconfitti da Gneo Pompeo Magno nel 60 a. C. e combattuti da Vespasiano; da Marco Aurelio e da Adriano, furono nuovamente ricacciati nei loro confini nel 276 quando, con i Goti, invasero l’Anatolia.

Nella seconda metà del IV secolo furono aggiogati dagli Unni: una parte si unì ad essi; altra parte si stanziò nel Caucaso ed altra ancora si spinse in Pannonia, aggregandosi a Suebi e a Vandali e fiancheggiandoli nelle invasioni di Gallia, di Spagna, di Lusitania e della fascia costiera cartaginese.

A seguito della morte del Sovrano Attaco nello scontro con i Visigoti la corona fu offerta al vandalo Gunderico e le due etnie si fusero condividendo le sorti in Nordafrica.

Alcuni si dettero al mercenariato a servizio dell’Impero romano d’Occidente; altri si saldarono ai Sassoni e, comandati da Saulo, furono quei Cavalieri dell’esercito capitolino che sconfissero Alarico nella battaglia di Pollenzo del 402.

Tra il IX ed il XII secolo, gli Alani composero una rete di alleanze tribali che progressivamente dettero origine al regno cristiano di Alania; tuttavia molte tribù di questi gruppi si sottomisero ai Mongoli tra il 1239 ed il 1277 supportando l’invasione della Russia e della Cina e fornendo un cruciale contributo nella battaglia di Kulikovo, nella quale spiccò per ferocia il Condottiero dell’Orda d’Oro Mamaj.

Giovanni da Pian del Carpine nella sua Storia dei Mongoli del 1247 riferì di contrasti ancora in atto tra Alani e Tatari e, in seguito, Marco Polo sostenne che gli Uni erano costretti a fornire contingenti armati agli Altri.

Nel 1307 i Primi furono annientati nel territorio balcanico del Reame di Lantzaura dalle truppe catalane a servizio dei Bizantini:

Gircone, capo degli alani… aveva seco più di tremila uomini a cavallo e seimila a piede e tutti aveano seco le mogli ed i figliuoli, imperciocché gli alani vivono a mo' dei tartari e si movono sempre con tutte le loro robe e non stanziano mai per le città, pei villaggi o pei lochi abitati… sono tenuti per la miglior cavalleria che abbia il Levante…(Raimondo Muntaner)

I tempi e le imprese

La loro primissima comparsa data al 650 a.C. nelle cronache assire, al cui interno sono definiti col nome scita Ishkuza mutuato da Ish-Oguz, ovvero Popolo Ish.

Il termine Ish è una variante del termine As che in turco significa Errare e che ne conferma la tradizione nomadica.

Fra il 200 al 100 a. C., riunendosi ai Sarmati, gli Alani conseguirono il dominio dell'area caucasica e del Ponto in danno degli Sciti.

In quella fase si divisero in Sodali di Farnace Re del Bosforo e in Roxolani, posizionati tra Dnieper e Don ed Alleati del Re scita di Crimea e Aorsi, attestati tra il Don e il nord-ovest del Caspio.

La loro espansione volse verso Est.

Sima Qian, Autore della antica cronaca cinese Shiji anteriore al 90 a. C., scrisse: …Yancai si trova a circa 2.000 li nord-ovest di Kangju … Qui le persone sono nomadi e le loro usanze sono generalmente simili a quelli del popolo di Kangju. Il paese ha più di 100.000 arcieri e confina con un grande lago…

E la loro potenza doveva essere assai rilevante se, dopo un secolo, la cronaca Hanshu Hou testimoniò che …Il regno di Yancai ha cambiato il suo nome in regno di AlanliaoEssi occupano le campagne e le città. Si tratta di una dipendenza di Kangju. Il clima è mite. Alberi della cera, pini, e 'erba bianca' sono abbondanti. Il loro modo di vivere e vestire sono gli stessi di quelli di Kangju…. risultandone che gli Alani orientali avessero creato un grande ed autonomo Regno.

Non meno importanti furono gli Alani occidentali: Strabone disse che Spadines Re degli Aorsi era in grado di schierare duecentomila arcieri a cavallo attorno al 50 a.C.; ma che gli Aorsi settentrionali disponevano di un numero tanto da dominare tutta la regione caspica: …Di conseguenza potevano importare tramite cammelli le mercanzie indiane e babilonesi, ricevendole dopo che venivano passate agli Armeni e ai Medi, e così, per via di tale benessere, potevano permettersi di indossare ornamenti d'oro. Gli Aorsi vivono lungo il Tanais, e i Siraci vivono lungo l'Achardeüs che scorre lungo il Caucaso fino a riempire il Lago Maeotis…
Nel 35 d. C. gli Alani impegnarono il Nord del Caucaso contro i Parti, vassalli degli Armeni, forse su richiesta di Tiberio e le contrapposizioni dovettero inasprirsi vista la iscrizione partica del 62 d.C., ove si assunse che il Re Vologeses …é nel suo undicesimo anno di guerra contro Külük, re degli Alani…

L'iscrizione fu completata da Giuseppe Flavio: trattando della guerra ebraica, egli raccontò gli Alani come pezzi della tribù scita stanziale verso il mar d’Azov che aveva attraversato le Porte di Ferro per mettere a ferro e fuoco il Re di Media Pacoro e il Re di Armenia Tiridate.

La crescita della loro potenza e la progressiva espansione verso occidente allertò Roma che, nel 69, spedì la III Legione, riuscendo temporaneamente a condizionarli.

Nel 93, a capo di un'alleanza di popolazioni barbariche della steppa, essi condussero incursioni sistematiche nella Mesia Inferiore e, verso il 117, i Roxolani da est e gli Iazigi da ovest invasero anche la Dacia romana obbligando Adriano ad un accordo firmato dal Console Publio Elio Rasparagano che acconsentì al loro stanziamento nelle aree già conquistate.

Verso la metà del I secolo, gli Alani irruppero sull’Albania, sulla Media, sull'Armenia e sulla Cappadocia ma, seppur contenuti da Flavio Arriano, sconfissero i Romani ad Olvia e presero a disturbare la Bassa Valle del Danubio.

Nel 161, aderirono ad una federazione sarmatica assieme ai Marcomanni, costituendo una seria minaccia per Marco Aurelio che organizzò una formidabile campagna fra il 167 ed il 175 nell’intento di contenere la prima grande invasione barbarica.

Intorno al 210 col sostegno gotico, i Ribelli marciarono sull’Occidente irrompendo in Macedonia e poi in Tracia e, verso il 300, Ammiano Marcellino riferì di loro frequenti vittorie sancite dal ruolo ormai egemone degli Alani su …Geloni, Agathyrsi, Melanchlaeni, Antropofagi, Amazzoni, e Seres…: divenuti una Potenza internazionale, attaccarono nel 351 anche l’Impero persiano alleandosi con il Sovrano armeno Arsak II.

Tuttavia sullo scenario che li vedeva imbattibili conquistatori, apparve un Popolo proveniente dall'Asia centrale: gli Unni.

Verso il 360 essi guadarono il Volga e sfondarono le resistenze alane una cui parte arretrò nel Caucaso mentre l’altra si sottomise ai Vincitori cui offrì sostegno nella guerra contro gli Ostrogoti di Ermanarico.

Il conflitto durò dal 370 al 376 e vide la nuova coalizione guidata da Balamber imporre l’arretramento ostrogotico sul Dniester, mentre gli Alani divenivano parte sostanziale della confederazione unna favorendone la penetrazione in Europa fino al 398.

Un esiguo gruppo si pose al servizio dell'Imperatore Graziano; la gran parte degli Altri, uniti all'enorme esercito di Balamber e del primogenito Alyp-bi, dopo aver sconfitto anche i Goti scandinavi, fu protagonista della battaglia di Adrianopoli del 378: i Bizantini vi furono annientati dalla confederazione unnica, forte di Alani, Sarmati e Goti.

In esito a tale vittoria ed al decesso dell’Imperatore d'oriente Valente, questa compatta formazione tribale dilagò in Pannonia orientale e condusse violente incursioni nell'area costantinopolitana.

Fu Teodosio a risolvere la situazione diplomaticamente, federando i Goti e assegnando agli Alani un grande territorio a nord dell'Impero.

Se tra il 380 e il 395 gli Unni si insediarono nel Ponto, gli Alani espulsero ogni altro gruppo dalla Dacia e dalla Bessarabia ed entrarono nelle truppe ausiliarie del Basileus in Pannonia e nelle truppe ausiliarie dell'Impero d'Occidente.

Territorialmente, comunque, nell'area transcaucasica essi restarono sotto il giogo imperiale unno e forse verso il 400 d.C., nella fascia territoriale tra Itil e Don, presero a sodalizzare con i Bulgari aderendo alle forze di Stilicone per sostenere l'Impero d'Occidente dalla pressione di Alarico, degli Svevi e degli Ostrogoti.

Si vuole, però, che nel 402 le truppe ausiliarie alane e unne si combattessero: era forse l’inizio di quella fase conclusa dalla disgregazione della confederazione e dalla fuoriuscita degli Alani dalle truppe imperiali nel 406 quando, comandati dal Generale Respendial, essi si allearono con i Vandali del Re Goar e marciarono sulla Gallia sbaragliando oltre il confine del Reno le truppe federate dei Franchi; penetrando in Bretagna e unendosi ai Celti in fuga dalle pressioni dei Sassoni.

Dopo la ripartizione delle Gallie tra Alani, Vandali e Svevi, nel 409 Respendial mosse verso la Penisola Iberica assieme a Vandali e Visigoti ed occupò la Lusitania, mentre in Francia tra 414 e 418 Re Addak era impegnato contro i Visigoti: la sua sconfitta e la sua morte frantumò l’unità degli Alani orientali che, postisi sotto il giogo dei Vandali con i quali sotto il comando di Gianserico puntarono all’Africa settentrionale nel 428, si estinsero.

Ad Ovest, invece, sopravvissero come Federati romani nella Gallia Transalpina e parteciparono alla battaglia dei Campi Catalaunici del 451: in essa gli Alani di Sangiban si contrapposero ad Unni, Gepidi e parte degli Ostrogoti fiancheggiando le legioni romane, visigotiche, burgunde, franche.

Lo scontro si concluse con un nulla di fatto per il declino inarrestabile dell’Impero d’Occidente, incapace di mantenere il controllo della situazione.

Nel 453 il Re visigoto Torrismondo sottomise gli Alani di Francia mentre restava ancora autonomo il gruppo orientale, alleato di Bisanzio.

Nel 455 esso contrastò Ardarico Re dei Gepidi e i figli di Attila nella epocale battaglia del fiume Neda in Pannonia e nel 468, guidati dal Sovrano Aspar, furono integrati fra le truppe imperiali nella guerra sul Danubio.

Sconfitti e sottomessi dagli Unni, furono relegati nelle aree caucasiche dedicandosi alla pastorizia nomadica; conducendo rare incursioni all’Impero Sassanide e stringendo alleanze con i Bizantini; ma il loro periodo di splendore era definitivamente cessato ed erano ormai esposti anche alle invasioni turche.

Durante il VII secolo tentarono di allearsi ai potenti Cazari, ma nel 651 furono annientati dagli Arabi di Abd Al Rahman e nel 715 dal Califfo Umar 'II.

La loro area di insediamento, invasa dai Turchi nel 721, fu terreno di scontro tra Arabi e Turchi per tutto il secolo successivo e le tracce alane finirono con l’estinguersi risolvendosi in fragile mercenariato di volta in volta al soldo di Bizantini, Armeni e Cazari, fino alla distruzione del regno di Cazaria da parte dei Rus nel 965.

Ancora nel 1029, comunque, si ha notizia di una spedizione guidata da Yaroslav di Kiev contro gli Alani che, per tutto il secolo successivo, sembrarono legarsi a Bisanzio attraverso legami dinastici ed attraverso l'invio di truppe ausiliarie.

Nel 1107 Rhosmices, …exusiocrator… di Alania fu al soldo bizantino durante l'invasione dell' Epiro condotta da Boemondo d'Antiochia; nel 1116 Mercenari alani furono assoldati da Alessio I Comneno per affrontare i Turchi selgiuchidi del Sultano Melik Shah; nel 1185 soldati alani furono impegnati nella difesa e riconquista di Tessalonica contro i Normanni di Sicilia e nel 1189 un formidabile manipolo di essi fu massacrato a Filippopoli dai crociati di Federico I Barbarossa.

Il XIII secolo fu caratterizzato dalla lotta contro l'Orda d'Oro: dal 1222 al 1240 gli Alani superstiti furono ripetutamente sterminati dai Mongoli che ne conquistarono la capitale Magas e li aggiogarono tenendoli sottomessi fino a tutto il XIV secolo e contrastandone le frequenti e sanguinose ribellioni.

A margine di una di esse, nel 1395, l’Alania settentrionale fu invasa da Tamerlano, responsabile del loro genocidio.

Alla fine del XIX secolo gli Alani, in congiunzione con residui sciti e sarmati, furono riclassificati come Osseto-Iranici, stanziali nell’Ossezia settentrionale e meridionale.

Conclusioni

Estratti dalla civiltà nomadica scita, gli Alani conservarono tutti gli elementi peculiari agli Avi sarmatici a partire dal nomadismo.

Ammiano Marcellino li descrisse cultori della carne e del latte; usi a vivere su carri coperti da corteccia arrotondata, e …Quasi tutti … alti e belli, con i capelli tendenti al biondo. Essi sono spaventosi per il loro aspetto sempre serio e minaccioso e sono dotati di una grande rapidità grazie alla leggerezza delle loro armi (archi, frecce, lance). Per il resto, sono come gli Unni sotto ogni aspetto, tranne che per un sistema di vita e una cultura più semplice…. hanno un Dio dalle forme umane, che pregano piantando una spada per terra. Esso è un dio della guerra ma è anche protettore della terra. In alcuni periodi determinati, inoltre, essi ritengono di poter predire il futuro guardando dei vimini che hanno raccolto. Presso di loro non esiste la schiavitù, essendo tutti di nascita altrettanto nobile, e, fino ad ora, giudici, capi e sovrani vengono eletti dal popolo tra coloro che si sono particolarmente distinti nelle battaglie….
Tale descrizione è riferita alla prima fase della loro storia.

Con la graduale seppur parziale sedentarizzazione, le loro tradizioni mutarono: come si deduce dagli scavi archeologici in Dacia e nel Caucaso, cominciarono a scavare fossati e bastioni intorno ai loro insediamenti permanenti e adottarono un'architettura in pietra per gli alloggi e le tombe.

Gradualmente si dettero alla coltivazione del grano e degli ortaggi; all'allevamento del bestiame ed alla trasformazione dei prodotti dell'agricoltura.

Con la caduta del Canato Khazaro sotto i colpi di Arabi e Russi, il ruolo degli Alani nella politica internazionale calò notevolmente subendo l’influenza bizantina: il Cristianesimo si diffuse fra loro saldandosi ai residui del paganesimo fino all’arrivo dell’Orda d’Oro, quando le prime moschee musulmane rimpiazzarono i siti cristiani.

Dopo il 1767, passarono sotto il dominio russo, consolidando il Cristianesimo ortodosso.

Se sul piano linguistico mantennero l’idioma osseto appartenente al gruppo iraniano nord-orientale, sul piano economico produssero la fioritura della lavorazione della pietra e del legno; dell'intaglio delle ossa, della conceria e dell'industria laniera e mineraria, esaltando il valore anche delle pietre preziose, dei metalli e delle armi: archi, frecce, lance, coltelli, pugnali e sciabole.

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