Maggio 4, 2024

Enrico di Trastamara

Enrico Alfonso di Trastamara, detto Enrique el Fratricida, o anche el Bastardo, o ancora El de las Mercedes, nacque a Siviglia il 13 gennaio del 1332 e morì a Santo Domingo de la Calzada il 29 maggio del 1379.

Fu Re di Castiglia e Léon e primo Monarca della dinastia omonima.

Terzogenito figlio illegittimo di Alfonso XI il Giustiziere e dell’Amante Eleonora di Guzmán, fu gemello di Federico Alfonso, Maestro dell’Ordine di Santiago e Signore di Haro.

Biografia

Il Cronista Salazar y Castro assume che Rodrigo Alvarez Asturias, Signore di Noreña, Girón e Trastámara, al quale Enrico era stato affidato perché fosse educato ed istruito, lo nominò poi Erede e nel 1345, Alfonso XI gli confermò i titoli.

Egli trascorse i primi anni assieme al Padre ed ai Congiunti della sua Favorita Eleonora di Guzmán cui furono assegnati onori e feudi, con grande scandalo della Nobiltà e, soprattutto, col risentimento della Regina/consorte Maria del Portogallo e dell’Erede Pedro.

Il 27 luglio ormai diciottenne, Enrico sposò la Signora di Villena ed Escalona Giovanna Manuele e, alla prematura morte del genitore, stroncato dalla peste contratta durante l’assedio di Gibilterra nel 1350, il fratellastro sedicenne fu proclamato Re col nome di Pedro I.

Fin da subito, Costui fu obbligato a misurarsi con due schieramenti contrapposti: da una parte quello di sua Madre e del suo Amante Giovanni Alfonso di Albuquerque; dall’altra quello della Guzmán che, a tutto il tempo in cui il Re era stato in vita, aveva spadroneggiato in tutto il regno.

Su istigazione materna, ad un anno dall’insediamento, Pedro la fece arrestare ed assassinare ingenerando sentimenti di irriducibile odio nel fratellastro.

Enrico, infatti, nel 1352 insorse nelle Asturie e nel 1354 a Ciudad Rodrigo.

Sconfitto, però, a Toledo nel 1355, riparò prima in Francia e dopo in Aragona stipulando alleanze con i rispettivi Sovrani dai quali ottenne anche l’appoggio per le vantate pretese sul trono di Castiglia.

Nel 1358 Pedro volle assistere personalmente all'omicidio del germano Federico Alfonso, gemello di Enrico che per reazione attaccò Nájera.

Durante gli scontri, cadde anche Giovanni Fernandez, fratello di Maria Padilla e, per rappresaglia l’incauto Sovrano fece giustiziare altri due fratelli di Enrico: Giovanni Alfonso e Pedro di Castiglia, sconfiggendo nel 1360 il Rivale che fuggì ancora in Francia lasciandosi alle spalle una scia di sangue.

Pedro IV d’Aragona, che lo sosteneva, ne accolse i Partigiani nel proprio regno e nel 1363 le truppe castigliane del Trastamara comandate dal cugino Ferdinando, furono sconfitte e Costui fu assassinato a Burriana per la colpa di aver partecipato alla insurrezione del 1348.

Tante e tali furono le atrocità commesse da Pedro I che nel 1366 Carlo il Saggio di Francia inviò truppe guidate da Bertrand du Guesclin a sostegno della ribellione del Trastamara il quale, alla testa degli Insorti, occupò quasi tutta la Castiglia.

Dopo la conquista di Burgos, nel monastero di Santa Maria la Real de las Huelgas, il Ribelle si proclamò Re; a maggio entrò in Toledo e a giugno prese Siviglia.

Pedro fuggì in Portogallo e si appellò agli Inglesi, che intervennero da Bordeaux con Edoardo il Principe Nero ed il suo alleato Carlo II di Navarra.

Il 3 aprile del 1367 essi vinsero in campo a Nájera e presero prigioniero Bertrand du Guesclin.

Il Sovrano riuscì a contenere i Ribelli; a riconquistare gran parte del regno alla fine del 1367 e a costringere ancora l’irriducibile fratellastro alla fuga in Francia, ove ottenne conferma anche del sostegno di Urbano V.

L’inglese Edoardo si era intanto ammalato e, poiché le sue stesse truppe guasconi e navarresi furono contagiate dalla dissenteria, abbandonò la Castiglia.

Allora Enrico, alleatosi col Conte di Foix, attraversò il territorio alleato di Aragona e invase ancora la Castiglia occupandone la metà orientale e León nel gennaio del 1368.

Per tutto l’anno la situazione restò immutata ma, dopo il rinnovo del sodalizio con la Francia in novembre, Pedro si coalizzò con il Sultanato di Granada e si avvalse della totalità degli Ebrei per liberare Toledo.

Raggiunto dai Francesi, il cui Comandante Guesclin era stato intanto liberato in cambio di un cospicuo riscatto, Enrico sfidò il crudele Monarca a Montiel il 4 marzo del 1369 e vi annientò i Realisti.

Nella notte tra il 22 e il 23 marzo, però, Pedro prese contatti e chiese aiuto proprio al Comandante francese che simulò di accoglierne le richieste e lo introdusse in una tenda in cui era in agguato Enrico: a margine di un violento scontro fisico, insieme lo uccisero.

La via del trono era spianata: il Trastamara fu proclamato Re di Castiglia e León a Calahorra e fu incoronato nel monastero di Santa María la Real de Las Huelgas a Burgos.

Il consolidamento della sua posizione risultò, tuttavia, molto difficile: egli poteva contare sul solo sostegno dei francesi, mentre doveva difendersi dagli attacchi congiunti di Navarra, Aragona, Inghilterra e di Galizia, Zamora e Ciudad Rodrigo che restavano fedeli al Sovrano assassinato.

Di più: dovette difendersi anche dalle mire di Ferdinando del Portogallo che aspirava a sottrargli il trono quale nipote di Sancho IV il Bravo.

Con Pietro IV il Cerimonioso, egli invase la Galizia ma poi si ritirò e bloccò la foce del Guadalquivir mentre Enrico entrava in Portogallo; occupava Braganza; annientava i Portoghesi a Sanlúcar de Barrameda; poneva fine alla loro invasione supportata dagli Aragonesi e imponeva la pace di Alcoutim.

Era il 1371: Ferdinando rinunciò ad ogni pretesa sulla Castiglia ma si alleò con Giovanni Plantageneto Duca di Lancaster che a quello stesso trono aspirava, quale marito di Costanza, figlia di Pietro I.

Enrico sconfisse gli Inglesi a La Rochelle nel 1372; poi regolò i conti ai Portoghesi invadendone il regno e, all'inizio del 1373 irruppe su Lisbona, mentre Ferdinando era bloccato a Santarem in attesa di rincalzi d’Oltremanica che non giunsero mai.

Nel marzo di quell’anno, in quella località, fu costretto a sottoscrivere il Trattato omonimo: oltre ad espellere dal Portogallo tutti gli ex sostenitori di Pedro il Crudele, si impegnò a rinunciare al sodalizio con l'Inghilterra e cedette alla Castiglia sei città portoghesi in garanzia. Inoltre, accettò il fidanzamento della propria sorellastra Beatrice con Sancho di Albuquerque, fratello di Enrico II e figlio illegittimo d'Alfonso XI di Castiglia e di Eleonora di Guzmán

Più tardi il Trastamara irruppe sulla Navarra; riconquistò il territorio castigliano perduto; sconfisse Carlo il Malvagio; impose prima pace di Briones del 1373; obbligò l'erede al trono di Navarra Carlo il Nobile a sposare sua figlia Eleonora Enriquez e marciò contro Pietro IV di Aragona, annientandolo e costringendolo alla firma della pace di Almázan del 1374, riconfermata l'anno succesivo a Lerifda ove suo figlio Giovanni Enriquez accettava di impalmare Eleonora d’Aragona così consolidando così la propria dinastia.

Nel 1378, la Navarra fu attaccata ed invasa dai Castigliani che assediarono Pamplona: Carlo il Malvagio, spogliato di tutte le proprietà francesi, dovette subire l'umiliante e secondo trattato di Briones del 31 marzo del 1379.

Dopo tali eventi, Enrico si dedicò alla ricostruzione dello Stato lacerato dalla guerra civile; ristabilì l'ordine; fu generoso con i Nemici; si rese Promotore di molte riforme; conquistò il favore della Nobiltà con enormi privilegi; pose fine alla persecuzione degli Ebrei che avevano parteggiato col defunto Pedro I.

Trastamara si spense a Santo Domingo de la Calzada nel 1379 verosimilmente avvelenato da Sicari di Carlo il Malvagio di Navarra.

Fu inumato nella Cappella dei Nuovi Re a Toledo e gli successe il figlio Giovanni I.

Discendenza

Enrico ebbe molti figli:

dalla moglie Giovanna ebbe: Giovanni Enriquez, Re di Castiglia e León; Eleonora Enriquez che sposò l’erede al trono di Navarra Carlo il Nobile e che, dopo la morte del fratello Giovanni, tornò in Castiglia e vi condusse una politica di fronda al nipote Enrico III; Giovanna, deceduta a sette anni.

A costoro si aggiunsero figli illegittimi concepiti con diverse Amanti:

da Giovanna de Cifuentes: Giovanna Enriquez.

da Elvira Íñiguez de Vega: Alfonso Enriquez; Giovanna Enriquez; Costanza Enriquez.

da Beatrice Ponce de León: Federico Enriquez Duca di Benavente; Enrico Enriquez Conte di Cabra e Duca di Medina-Sidonia.

da Beatrice Enriquez: Maria Enriquez; Ferdinando Enriquez;

da Eleonora Alvarez: Eleonora;

da altre tre amanti di cui non si conosce il nome: Pietro Enriquez, Isabella Enriquez, Ines Enriquez.

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